venerdì 19 dicembre 2008

Traducción del texto de Emilio Salgari

I CORSARI DELLE BERMUDE (testo originale)


Un'impresa terribile

Sir William, appena terminata la battaglia si era ritirato nella sua cabina, mettendosi a tavola insieme col colonnello Moultrie e Howard.
Alla guerra ci si va con due sacchi, - disse ai suoi due compagni, i quali parevano un poco afflitti per il disastro subito dalle truppe federali. - Uno serve per le busse che si danno, l'altro per quelle che si pigliano. Sono cose che succedono.
E si mise a cenare con l'appetito d'un vero lupo di mare, niente affatto disturbato dagli spari dei quattro pezzi da caccia, che facevano tremare non solo la coperta, ma anche tutto il vasellame dell'elegante salotto.
Mangiò alla lesta, poi si alzò e depose la sua sciabola d'abbordaggio, staccando dalla parete una superba lama, una vero Toledo, e la osservò attentamente.
Che cosa fate, sir William? - chiese il colonnello.
Avete dunque dimenticato che io devo entrare in Boston? - rispose il Corsaro.
Questa notte!
Se non approfitto di questo momento in cui gl'inglesi, dopo tanto battagliare saranno forti di fatica ed occupati a curare i loro feriti ed a seppellire i loro morti, non so quale altra migliore occasione potrei attendere.
Ma volete proprio gettarvi in bocca al lupo!
Il Corsaro alzò le spalle, poi disse:
Lupo sono anch'io e di mare per di più, ed avrò abbastanza denti per difendermi. Mi avete promesso di guidarmi fino alla galleria che mette sotto le casematte.
È vero, sir William, e sono uomo da non mancare alle promesse dovesse anche costarmi la vita. Vorrei bensì attendere una occasione migliore.
Per lasciare intanto il tempo al marchese d'Halifax di costringere colle minacce o colla forza Mary di Wentwort a sposarlo? Ah, no!
Il suo viso era diventato improvvisamente cupo.
Questa spada - disse - deve bagnarsi del sangue degli Halifax.
Vorreste uccidere il marchese che, alla stretta dei conti, è vostro fratello?
Se entro in Boston, quell'uomo pagherà l'infame tradimento e mio padre mi perdonerà.
E poi?
Non ho alcun dubbio sul trionfo finale della vostra santa causa.
Apri una cassa e ne estrasse un vestito completo da ufficiale della marina inglese.
Lo sapevo - disse - che un giorno mi sarebbe stato prezioso.
Stava per spogliarsi, quando un baccano infernale si udì al di fuori.
Quelli della piazzaforte, avevano ripreso il bombardamento delle posizioni americane con una rabbia crescente.
Sparavano i forti, sparavano i ridotti, e navi e le batterie galleggianti, facendo cadere verso la Mistica e sull'altura di Bunker's Hill una vera pioggia di proiettili.
Il Corsaro mandò un urlo di rabbia.
Proprio questa notte! - esclamò. - Ah. maledetti!
Aveva gettato al suolo la giacca e si era fermato dinanzi ad una miniatura che rappresentava una fanciulla bionda cogli occhi azzurri.
Mary, - disse, mentre i suoi occhi sfavillavano - mi sfiori pure la morte, questa notte, Lellan sarà da te. Colonnello, - disse poi con una certa esaltazione - avete paura delle palle infuocate o delle bombe inglesi?
Mai, sir William.
Siete sempre deciso a mantenere la vostra promessa?
Sempre.
Signor Howard, chiamatemi Testa di Pietra e Piccolo Flocco. L'uno, senza l'altro, non potrebbe fare mai nulla.
Il secondo di bordo vuotò il bicchiere, e mentre i quattro pezzi da caccia ed i quattro mortai tuonavano terribilmente, salì sulla tolda. Anche i pezzi di dritta, avevano cominciato a sparare a colpì di bordata, facendo sussultare la corvetta.
Non era trascorso mezzo minuto, che il bretone scendeva nel quadro. Aveva in bocca la sua famosa pipa.
Sei pronto a venire con Piccolo Flocco - gli chiese sir William.
Dove, comandante?
A Boston.
La serata veramente non mi pare propizia, non per la mia pelle, perché è ormai troppo vecchia e non servirebbe nemmeno ad adescare i pescicani, bensì per la vostra.
Per la mia?... Me ne rido. - rispose il Corsaro. - E poi credo che la palla, piccola o grossa, che dovrà uccidermi, non sia stata ancora fusa.
Allora andiamo, - rispose il vecchio lupo di mare, lanciando in aria una nuvolata di fumo densissimo. - Vi sarà da menare le mani, comandante?
Forse anche troppo.
Non chiedo di meglio, e poi sapete che Piccolo Flocco, sebbene giovane, ha muscoli di acciaio. Per il borgo di Batz! È stato lui, nell'ultimo abbordaggio, che per primo è saltato sul ponte dell'inglese; e che sciabolate menava! Pareva un mulino a vento... Dobbiamo cambiarci? I baffi e le barbe sono già caduti.
Non è necessario.
E le armi?
Bastano un paio di pistole a doppia canna per ciascuno e la piccola sciabola d'abbordaggio.
Ai vostri ordini, comandante.
Sia pronta una scialuppa fra cinque minuti. Sul ponte e nella batteria si mantenga il fuoco.
Sì comandante.
Bevi.
Il bretone prese la grossa tazza che il Corsaro gli porgeva e d'un fiato la vuotò, borbottando poi:
Vivaddio! si beve meglio nel quadro che a prora.
Si rimise in bocca la storica pipa e se ne andò.
Il Corsaro gettò via le vesti, e indossò rapidamente una divisa da ufficiale inglese, accomodandosi sul capo una candidissima parrucca, come si usava in quel tempo.
Che cosa vi pare? - chiese a Howard e al colonnello americano.
Uhm! - disse quest'ultimo. - Non so in quale stato sarà ridotta la vostra eleganza quando avrete attraversata tutta la lunghissima galleria.
Un lampo terribile balenò negli occhi del Corsaro.
Vi sono tanti ufficiali di marina in Boston, - disse con voce tagliente - Qualora ne avessi bisogno, ne ucciderei qualcuno per prendergli la divisa.
Questi corsari hanno veramente fegato! - mormorò il colonnello americano con un sospiro. - Se ne avessimo duemila a nostra disposizione, a quest'ora non ci sarebbe più un inglese sul suolo americano.
Colonnello, siete pronto?
Ai vostri ordini, sir Mac Lellan.
Signor Howard, affido a voi la mia corvetta. Vi lascio un equipaggio invecchiato fra il fumo delle batterie e sempre pronto a montare all'abbordaggio. Cercate di conservarmi la nave e di aiutare più che potete i nostri nuovi amici.
Ne rispondo pienamente, - rispose il luogotenente. - Piuttosto di lasciarla cadere nelle mani di Howe, la farò saltare insieme a me e ai miei uomini.
Ci conto, - rispose il Corsaro.
Gli diede un'affettuosa stretta di mano, poi salì in coperta seguito dal colonnello.
Come la sera precedente il tempo si era messo al brutto. In lontananza l'Atlantico rumoreggiava sinistramente, ed il vento sibilava mentre grosse nuvole si addensavano in cielo.
Ecco una bella notte! - disse il Corsaro, mentre i mortai ed i pezzi da caccia sparavano simultaneamente, facendo sussultare la corvetta. - Amo le notti di tempesta e le notti di fuoco.
Testa di Pietra e Piccolo Flocco si erano fatti innanzi.
La scialuppa è pronta, comandante, - disse il primo.
Vi avverto che l'impresa sarà dura e che vi sono molte probabilità di lasciarvi la pelle.
Il bretone alzò le spalle e guardò, sorridendo, Piccolo Flocco.
Che cosa ne dici, piccolo squalo?
Il giovane gabbiere rispose con una risata argentina.
Che cosa si va a fare dunque alla guerra? - chiese poi. - Per darle o per prenderle; sono sempre stato pronto a darne più che ho potuto ed a riceverne il meno possibile.
Sei troppo chiacchierone, figliuol mio, - disse il bretone. - Un altro capitano, invece di starsene qui ad ascoltare le tue bravate, ti avrebbe regalata una magnifica pedata. Abusi troppo della bontà del baronetto.
Lascialo dire, Testa di Pietra, - disse il Corsaro. - Alla sua età piace chiacchierare.
Preferisco invece fumare e bere, capitano.
Andiamo.
Scesero la scala di tribordo, accompagnati fino alla piccola piattaforma da Howard e balzarono in una scialuppa montata da sei marinai e da un timoniere. Il colonnello americano vi era già.
Vi raccomando la mia corvetta - gridò un'ultima volta il Corsaro.
State tranquillo, sir - rispose Howard. - La rivedrete correre attraverso l'Atlantico.
Le palle fioccavano, ché gl'inglesi tentavano di ridurre al silenzio la corvetta, i cui mortai non cessavano di lanciare dentro la città le loro grossissime granate. Ma tirando essi a palle infuocate, era facile scorgerle in aria ed evitarle prima che cadessero, perché si lasciavano dietro una striscia fiammeggiante come i bolidi.
Il timoniere, sempre all'erta, ora faceva filare la rapida baleniera, ora la tratteneva, aspettando che i proiettili si sprofondassero nel fiume.
La traversata non durò che cinque minuti, ed i tre corsari e il colonnello americano presero terra senza aver provato gli effetti di quelle palle micidiali.
Quando udrete due colpi di pistola, verrete a riprendere me, Testa di Pietra e Piccolo Flocco, - disse sir William. - Non so però quale sarà la notte in cui torneremo a bordo. Aspettate qui il colonnello che deve fra poco ritornare sulla corvetta. Addio, ragazzi.
Buona fortuna, capitano! - risposero ad una voce i sette uomini della baleniera.
Una salita assai erta, ingombra di folti cespugli, si trovava dinanzi ai tre corsari.
Dove si trova la galleria? - chiese sir William al colonnello.
Non la chiamate galleria, - rispose l'americano. - È un passaggio strettissimo che non vi permetterà di avanzare che uno dietro l'altro.
Non importa. Dov'è?
Centocinquanta passi lontana da noi.
E la mina dove si trova?
Sotto le casematte; vi consiglio di non farla esplodere.
Non commetterò una simile sciocchezza. Resteremmo tutti schiacciati, e per ora non ho alcun desiderio di morire... Volete guidarci colonnello?
Sempre ai vostri ordini, sir William.
L'americano si orientò rapidamente, poi cominciò ad arrampicarsi. Le artiglierie tuonavano sempre.
Bella notte, vero, Testa di Pietra? - disse il Corsaro il quale seguiva da presso il colonnello.
Per il borgo di Batz! - rispose il bretone. - Mi pare di essere alle feste carnevalesche di Brest. Ma là piovevano allora fiori e confetti ed io, giovane mozzo, li prendevo sul viso senza protestare e i confetti li mangiavo ve l'assicuro. Non so quante purghe mi abbia fatto ingoiare la mia povera mamma, prima d'imbarcarmi pei banchi di Terranova... Bum! Un passo più innanzi e la mia vecchia pipa scoppiava come una mina.
È stata caricata con polvere?
No, signor comandante: di ottimo tabacco del Maryland.
Vattene sul campanile di Batz.
A suonare le campane! È troppo lontano, mio capitano... Bum! Un'altra!
Taci, eterno chiacchierone - disse il Corsaro. - Rimproveri Piccolo Flocco e sei peggio di un pappagallo.
Per il borgo di Batz! Avete ragione, mio comandante. Non me n'ero accorto.
In quel momento una palla piombò a pochi passi da loro, una palla destinata certamente alla corvetta e che, per poca forza del calibro del pezzo, si era arrestata a tre quarti di via.
Granata a palla infuocata! - disse il bretone. - Piccolo Flocco, ragazzo mio, va un po' a vedere. Salterai tu solo, se si tratterà di una bomba.
Fermi tutti! - comandò il Corsaro con voce imperiosa. - Guai a chi si muove! Tutti a terra!
Successe uno scoppio, seguito da un sibilare di proiettili e di frammenti di ferro e di ghisa solcanti l'aria. I quattro uomini, rimasero incolumi.
Grazie alla tua premura, Testa di Pietra - disse il giovane gabbiere. - Se fossi andato a raccogliere quel dolce inglese, a quest'ora non avrei forse più né le breccia né le gambe. Non ti obbedirò più.
Silenzio! - comandò il colonnello. - Siamo presso la galleria.
Ci sarà qualche sentinella da bucare? - chiese il bretone, il quale non voleva rassegnarsi a chiudere il becco.
Ma che! Avrete da percorrere, in salita, più di trecento metri, prima di trovarvi faccia a faccia cogl'inglesi.
Un'altra palla passò fischiando sulle loro teste, perdendosi in direzione della corvetta.
Non finisce più questa pioggia? - borbottò Piccolo Flocco. Comincia a diventare un po' seccante. Avessi almeno il cappotto d'incerato che la mia buona vecchia mi ha regalato!
Sì. Ti difenderebbe quello! - disse Testa di Pietra che lo aveva udito.
Il colonnello in quel momento si fermò dinanzi ad un altissimo gruppo di passiflore e, vi si cacciò risolutamente in mezzo, senza badare alle spine che gli laceravano l'abito. S'avanzò attraverso la macchia per circa dieci metri, poi chiese:
Chi ha l'occhio di bue?
Io - rispose Piccolo Flocco.
Accendetelo. Ormai non ci possono più vedere.
Testa di Pietra batté l'acciarino ed accese l'esca e quindi la piccola lanterna.
Si trovarono dinanzi ad una roccia altissima, alla cui base si apriva un buco.
Ecco il passaggio, - disse il colonnello. - Non potrete avanzare che strisciando come i crotali e non troverete che un po' di spazio nella camera di mina. Una delle pietre che servono di pavimento alla casamatta del bastione, che volevano far saltare, è stata già smossa e con un piccolo sforzo la solleverete facilmente. Agite con estrema prudenza e badate di non fare scoppiare le polveri.
Testa di Pietra, hai una cordicella incatramata in tasca?
Un buon marinaio ne ha sempre, capitano, - rispose il bretone.
Che cosa volete farne? - chiese il colonnello, un po' sorpreso.
Voglio risparmiarvi la fatica e il pericolo di far saltare il bastione e la casamatta - rispose tranquillamente il Corsaro.
Vi esporrete ad un rischio gravissimo.
Ci siamo abituati noi; e poi siamo venuti qui per agire e non per ascoltare il rombo delle cannonate.
Fate come volete. I miei compatrioti vi saranno riconoscenti.
Addio, colonnello. Spero di rivedervi presto.
Siate prudente - rispose l'americano con voce assai commossa. - Se vi prendono non vi risparmieranno.
Si strinsero un'ultima volta la mano e si separarono.
Il colonnello si cacciò fra le passiflore per raggiungere la scialuppa che l'attendeva sulla riva della Mistica, ed il Corsaro, presa la piccola lanterna, si cacciò nella galleria, seguito subito da Testa di Pietra e da Piccolo Flocco.




LOS CORSARIOS DE LAS BERMUDAS (texto traducido)

Una hazaña terrible

El señor William, apenas terminada la batalla, se había retirado en su cabina, sentandose a la mesa con el coronel Moultrie y Howard.
· Se va a la guerra con dos sacos, - dijo a sus compañeros, que parecían un poco afligidos por el desastre hecho por las trupas federales. – Uno sirve para las palizas que se dan, y otro para aquellas que se toman. Pasan cosas de estas.
Y se puso a cenar con el apetito de un verdadero lobo de mar, de ninguna manera disturbado por los disparos de las cuatro piezas para la caza, che hacían temblar no solamente la cubierta, sino también toda la vajilla del solón elegante.
Comió muy rápido, después se levantó y depuso su sable de abordaje, despegando de la pared una soberbia hoja, un verdadera Toledo, y la miró atentamente.
· Que está haciendo usted, señor William? – preguntó el coronel
· Entonces habéis olvidado que yo tengo que entrar en Boston´- contestó el Corsario
· ¡Esta noche!
· Si no aprovecho de este momento en el que los ingleses, después de tanto luchar serán fuertes de cansacio y ocupados a socorrer a los heridos y a enterrar sus hombres muertos, no sé si me aguardaría otra mejor ocasión.
· Entonces, quiere justamente lanzarse,¡buena suerte!
El Corsario se encogió de hombros y luego dijo:
· Yo también soy lobo y, además, de mar y tendré bastante dientes para defenderme. Me ha prometido que me conduja hacia la galería que tiene el pie en el cuello de las casematte.
· Es verdad, señor William, y yo soy un hombre que no falta a las promesas aunque me cueste la vida. Sin duda, querría etender por una ocasión mejor.
· Para dejar el tiempo al Marqués de Halifax de constringir con las amenazas o con la fuerza a Mary de Wentwort para casarlo? Claro que no!
De improviso,su cara se había vuelto oscura
· Esta espada – dijo- tiene que mojarse de la sangre de los Halifax.
· ¿Querría matar al marqués,que a fin de cuentas, es su hermano?
· Si entro en Boston, aquel hombre pagará la vil traición y mi padre me perdonará.
· ¿Y luego?
· No tengo duda alguna sobre el triunfo final de su santa causa.
Abrió una caja y sacó un vestido completo de oficial de la marina inglés.
· Ya lo sabía – dijo – que un día me habría sido útil.
Estaba a punto de desnudarse, cuando se oyó un ruido muy fuerte de afuera.
Los de la plaza fuerte habían vuelto a bombardar las posiciones americanas con una rabia creciente .
Disparaban los fuertes, disparaban los reducidos, y los barcos y las bacterias flotantes, que hacían caer hacia la Mistica y sobre la altura de Bunker’s Hill una verdadera lluvia de proyectiles.
El Corsario pegó un grito de rabia.
· ¡Justo esta noche! - exclamó - ¡Malditos!
Había tirado al suelo la chaqueta y se había parado delante de una miniatura que representaba una mujer rubia con los ojos azules.
· Mary, - dijo, mientras que sus ojos chispeaban – que me roce la muerte también,esta noche Lellan estará contigo. Coronel, dijo después con una cierta exaltación – ¿tiene usted miedo de las bolas de fuego o de las bombas inglesas?
· Nunca, Señor William
· Todavía, está decidido a mantener la promesa?
· Siempre.
· Señor Howard, llameme Cabeza de Piedra y Pequeño “Flocco”. El uno sin el otro, no podría hacer nada y nunca.
El segundo de bordo vació el vaso, y mientras que las cuatro piezas de caza y los cuatro morteros tronaban terriblemente, salió sobre la toldilla. Los pedazos de derecha, habían empezado a disparar con golpes de andanada, haciendo subrasaltar la corbeta.
No había transcurrido ni medio minudo, que el bretón bajó en el cuadro. Tenía en la boca su famosa pipa.
· Estás listo para venir con Pequeño “Flocco” – Le preguntó el señor William.
· ¿Dónde?,comandante
· En Boston
· La verdad es que esta noche no me parece propicia, y no es por mi piel, porque ya es demasiado vieja y no serviría tampoco para angatusar los tiburones, sino por la vuestra.
· ¿Por la mía?...Me río. – contestó el Corsario. – Y creo que además la bola, pequeña o grande, que tendrá que matarme, todavía no se ha fundido.
· Pues, vamos – respondió el viejo lobo de mar, lanzando en el aire una nube de humo muy denso. – Se tendrá que llegar a las manos, comandante?
· Quizá demasiado.
· No pido algo mejor, ya sabéis que Pequeño “Flocco”, aunque sea joven, tiene musclos de acero. ¡Por el barrio de Batz! En el último abordaje, él ha sido lo que ha saltado por primero en el puente inglés; y ¡vaya sablazos que golpeaba! Parecía un molino de viento…¿Tenemos que cambiarnos? Los bigotes y las barbas ya se han caído.
· No es necesario.
· ¿Y las armas?
· Hacen falta solamente un par de pistolas a doble canón para cada uno y la pequeña sable de abordaje.
· A su disposición,comandante
· Que est lista una chalupa en cinco minutos. En el puente y en la bacteria, que se mantenga el fuego.
· Claro, comandante.
· Bebe
El bretón cojió la grande taza que el Corsario le estaba ofreciendo y de una vez la vació y luego, refunfuñando dijo:
· ¡Voto a Dios! Mejor se bebe en el cuadro que en la proa.
Se volvió a meter en la boca la histórica pipa y se fue.
El Cursario tiró su ropa y se puso rapidamente una uniforme inglés, y se puso en la cabeza una candidísima peluca,como se usaba en aquel tiempo.
· ¿Qué les parece? Le preguntó a Howard y al coronel americano.
· ¡Uhm! - dijo el coronel – No sé en que estado será vuestra elegancia cuando había atravesado la larguísima galería.
Los ojos del Corsario relampaguearon terriblemente.
· Hay muchos oficiales de marina en Boston, - dijo con voz mordaz –
· Estos corsarios ¡tienen hígados de verdad! – murmuró el coronel americano con un suspiro. – si hubieramos dos mil a nuestra disposición, ahora no habría ni un inglés en el suelo americano.
· Coronel, ¿está listo?
· A su disposición, señor Mac Lellan
· Señor Howard, dejo en su mano mi corbeta. Le dejo un equipaje envejecito entre el humo de las bacterias y siempre listo para saltar al abordaje. Intente guardarme el barco y ayude a nuestros nuevos amigos lo más que pueda.
Es mi responsabilidad, - respondió el lugarteniente. – Mejor que dejarla caer en las manos de Howe, la haré saltar junta a mis hombres y yo.
Conto con usted - respondió el Corsario
Le dió afectuosamente la mano, luego subió en cubierta acompañado del coronel.
El tiempo se había puesto malo, como pasó la noche pasada. A lo lejos el Atlántico murmuraba sinistramente, y el viento silbaba mientras que grandes nubes se espesaban en el cielo.

· ¡ésta es una noche bonita! – dijo el Cursario, mientras que los morsero y las piezas de caza disparaban simultaneamente, haciendo sobresaltar la corbeta. – Amo las noches de tempestad y las noches de fuego.
Cabeza de Piedra y Pequeño “Flocco” iban adelante.
· La chalupa está lista, comandante, - dijo el primero
· Os advierto que la hazaña será dura y que esiste muchas probabilidades que perdáis el pellejo.
El bretón se encogió de hombros y miró sonriendo Pequeño “Flocco”.
· ¿Qué piensas, pequeño tiburón?
El joven gaviero respondió con una risa argentina.
· ¿Entonces, qué vais a hacer a la guerra? – preguntó después. – Para pegarlas y para tomarlas; siempre he estado listo a pegarlas hasta más no poder y a recibirlas lo menos posible.
· Eres demasiado charlatán, hijo mío, - dijo el bretón – otro capitán, en cambio de estar aquí escuchando tus bravatas, te habría regalado una magnifica patada. Abusas demasiado de la bondad del baronet.
· Deja decirlo, Cabeza de Piedra, - dijo el Corsario. – A su edad le gusta charlar.
· En cambio, prefiero fumar y beber, capitán.
· Vamos.
Bajaron la escalera de estribor , acompañados por Howard hacia la pequeña plataforma y brincaron en una chalupa montada por seis marineros y un timonel. El coronel americano ya estaba allí.
· Le encomendo mi corbeta – gritó por la última vez el Corsario
· Que esté tranquilo, señor – contestó Howard. – La volverá a ver correr en el Atlántico.
Las bolas llovían, porque los ingleses intentaban reducir al silencio la corbeta,cuyos morsero no paraban de lanzar dentro de la ciudad sus grandísimas granadas.Pero, puesto que tiraban bolas de fuego, era fácil atisbarlas en el aire y evitarlas antes de que cayeran, porque dejaban una tira de fuego como los bólidos.
El timonel, siempre alerta, bajaba el rápido ballenero y lo retenía, esperando que los proyectiles se arrojaran en el río.
La traversía duró sólo cinco minutos, y los tres corsarios y el coronel americano tomaron tierra sin haber probado los efectos de aquellas bolas mortales.
· Cuando oigais dos tiros de pistola, vendrais a buscar Cabeza de Piedra, Pequeño “Flocco” y yo, - dijo el señor William. – Pero no sé que noche volveremos a bordo. Esperad aquí el coronel que dentro de poco volverá a la corbeta. Adiós, chicos.
· ¡Suerte, capitán! – respondieron al unísono los siete hombres del ballenero.
Una calle muy empinada , obstruida por espesos matas, se encontraba delante de los tres corsarios.
· ¿Dónde se encuentra la galería? – preguntó el señora William al coronel.
· No la llaméis galería, - contestó el americano. – Es un paso muy estrecho que os permitirá proceder uno tras otro.
· No pasa nada. ¿Dónde está?
· Cientocincuenta pasos lejos de aquí.
· Y la mina ¿Dónde está?
· Bajo las casematte; os aconsejo de no hacerla explotar.
· No voy a cometer una semejante estupidez. Todos permaneceremos aplastados, y ahora no deseo morir..¿ Quiere usted conducirnos coronel?
· Siempre a su disposición, señor William.
El americano se orientó rapidamente, y luego empezó a escalar. Las artillerías seguían tronando.
· Vaya noche bonita, ¿no es cierto, Cabeza de Piedra? – dijo el corsario que seguía el coronel.
· ¡Maldición! - respondió el bretón. – Parece que estoy a las fiestas de carnaval de Brest. Pero allí, llovían flores y confites y yo, joven grumete, los tomaba en la cara sin protestar y comía los confites, se lo puedo asegurar. No tengo ni idea de cuantas purgas mi pobre madre me haya hecho tragar, antes de embaracarme por los bancos de Terranova…¡Bum! Un paso más adelante y mi vieja pipa explotaba como una mina.
· ¿Se ha cargado con la pólvora?
· No, señor comandante: de buen tabaco de Maryland.
· Vete encima del campanario de Batz.
· ¡Para tocar las campanas! Está demasiado lejos, capitán mío…¡Bum! ¡Otra!
· Callate, eterno charlatán – dijo el Corsario. – Reprochas a Pequeño “Flocco” y tu eres peor que un papagayo.
· ¡Maldición! Tiene razón, comandante mío. No me había dado cuenta.
En ese momento, una bola cayó a pocos pasos de ellos, una bola destinada seguramente a la corbeta y que, a causa de la poca fuerza del calibre de la pieza, se había parado a poco más de la mitad de la dirección.
· ¡Granada a bola inflamada! – dijo el bretón. – Pequeño “Flocco”, hijo mio, vete a ver. Sólo tu saltaras, si se trate de una bomba.
· ¡Alto ahí! – mandó el Corsario con voz imperiosa. – ¡Ay de quien se mueve!
Se disparó, y luego un silbar de proyectiles y de fragmentos de hierro y de arrabio que cruzaban el aire. Los cuatro hombres quedaron ilesos.
· Gracias a tu apuro, Cabeza de Piedra – dijo el joven gaviero. – Si hubiera ido a recoger ese dulce inglés, puede ser que ahora no tendría ni los brazos, ni las piernas. No te voy a obedecer nunca más
· ¡Silencio! Mandó el coronel. – Estamos cerca de la galería.
· ¿Habrá alguna centinela de disparar? – peguntó el bretón, que no se resignaba a cerrar el pico.
· ¡Qué no! Tendrá que recorrer más de treciento metros, en cuesta arriba, antes de encontrarse cara a cara con los ingleses.
Otra bola pasó silbando encima de sus cabezas, perdiendose en dirección de la corbeta.
· ¿No va a parar de llover? – refufuñó Pequeño “Flocco”. – Empieza a ser un poco fastidiosa. A tener por lo menos el abrigo impermeable que me ha regalado mi buena madre.
· Si. Te defendería eso. – dijo Cabeza de Piedra que lo había oido.
En aquel momento el coronel se paró delante de un altísimo grupo de pasifloras y, se metió resolutivamente en medio de ellas, sin tener cuidado de las espinas que le laceraban el traje. Adelantó por el matorral por aproximadamente diez metros, luego preguntó:
· ¿Quien tiene el ojo de buey?
· Yo – contestó Pequeño “Flocco”
· Encendelo. Ya no pueden vernos
Cabeza de Piedra batió el eslabón y encendió el cebo y luego el pequeño farol. Estaban delante de una roca altísima, a cuya base se habría un hueco.
· Aquí está el paso, - dio el coronel. – Podéis adelantar solamente arrastrando como crótalos y encontraréis solamente un poco más de espacio en el cuarto de la mina. Una de las piedras que sirven de suelo a la casamata del bastión, que querían hacer saltar, ya ha sido desatada y con un pequeño esfuerzo la levantaréis con facilidad. Agid con extrema prudencia y tened cuidado para que no se explote la pólvora
· Cabeza de Piedra ¿Tienes una cuerdita embreada en el bolsillo?
· Un buen marinero siempre lleva una, capitán, - respondió el bretón.
· ¿Qu queréis hacer? – preguntó el coronel, un poco sorprendido
· Quiero ahorrarle la fatiga y el peligro de hacer saltar el bastión y la casmata – respondiç tranquilamente el Corsario.
· Correréis un riesgo muy grave.
· Nosotros estamos acostumbrados; y además, hemos venido aquí para agir y no para escuchar el estruendo de los cañonazos.
· Haga lo que quiera. Mis compatriotas estarán agredecidos.
· Adiós, coronel. Espero volver a verle pronto.
· Sea prudente – respondiò el americano con voz muy conmovida. – Si le van a coger, no le van a perdonar.
Se apretaron la mano por última vez y se separaron.
El coronel se metió por las pasifloras para alcanzar la chalupa que le estaba atendiendo en la orilla de la Mistica, y el Corsario, cogido el pequeño farol, se metió en la galería, acompañado por Cabeza de Piedra y Pequeño “Flocco”.






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