No storcere il naso,né assumere l'aria del gastronomo vistuoso in fuga dalle ovvietà che piacciono a tutti:se si dice Spagna, il piatto che la rapporesenta mglio di ogni altro è la paella.
E' lo stendardo colorato del territorio e il simbolo nobile-popolare delal sua cucina. Nobile, perchè sulle tavole del mondo si è guadaganta titoli di piacevolezza e alto gradimento; popolar, perchè ogni provincia della Spagna ne conosce una versione. Porta il semplice nome che a Valencia si dà alla padella in cui si cuoce e rivela incosciamente l'anima di un popolo.
Primo, basilare elemento è proprio la padella: deve essere di ferro, tonda, larga quanto basta per contenere gli ingredienti, poco profonda, due nudi manici. Sarà ovviamente grande in proporzione al numero delle persone per cui si cucina e soprattutto non andrà mai lavata con detersivi, al massimo risciaquata, pulita con carta assorbente.
Così farà il fondo, costruirà la sua anima, come le vecchie padelle di ferro per friggere dove si ottengono risultati come in nessun altro tegame. Molto importante è il fuoco: quello di legna trasmette un sapore gradevole, ma non è semplice governare la brace che sarà tenuta a calore medio e stesa in modo uniforme sotto la paella.
Non c'è ricetta rigorosamente codificata: si può preparare con la carne o le verdure, con il pesce o i crostacei, con le lumache o salsiccia piccante oppure con traboccante mescolanza di tutto, secondo estro,occasion,opportunità.
Alcuni principi però vanno rispettati. Per prima cosa gli ingredienti devono restare sodi e ben rosolati nello stesso olio d'oliva (un cucchiaio per ogni tazza di riso), prima di essere riuniti. Lo zafferano, meglio in pistilli, va sciolto in brodo caldo di carne (o di verdure o di pesce) per dare più ricco sapore; il riso sia di qualità; ne basterà una tazza per commensale e il doppio, e più, brodo.Dopo aver faqtto stufare il riso, si aggiungono gli ingredienti rosolati, il brodo caldo con lo zafferano, si tiene vivo il fuoco per dieci minuti, poi si abbassa (o si lascia calare la brace) senza toccare più.
Pe i puristi ci sono due tipi di paella: quella "valenciana", con pollo e coniglio a pezzi, fagioli, taccole, pomodoro, peperone e in stagione carciofi e piselli; quella "de marisco", con seppie, calamari, gamberi, cozze, scampi, aragosta, vongole, aglio, pomodoro, peperone. Quando il liquido è asciugato, ritirate dal fuoco, coprite, aspettate cinque minuti prima di servire. E no tracurate il riso attaccato sul fondo: in quei chicchi incrostati c'è tutto il sapore della paella.
No frunzas el seño, ni te des aires de gastrónomo virtuoso que huye de lo que les gusta a todos: si se dice España, la vianda que representa mejor que cualquier otra este País es “La Paella”.
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